Abarth 595 C - Una settimana con la 1.4 Turbo T-Jet Turismo - Quattroruote.it

2022-10-12 18:06:23 By : Jane Xu

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I cerchi bianchi da 17” già dicono molto, dell’Abarth 595 C 1.4 Turbo T-Jet Turismo. Un optional costoso che fa subito pensare alle corse, all’assetto piatto, alle emozioni che si andranno a provare una volta alla guida. E poi quella bella verniciatura bicolore grigio Pista-azzurro Leggenda con liner bianco: un optional da 960 euro, che regala un tocco raffinato. Ma questa Abarth abbina pure, ai 160 cavalli dell’1.4 T-Jet, la carrozzeria cabrio, col tetto di tela apribile elettricamente a tutta lunghezza. Insomma, prestazioni e godibilità insieme. La 595 C Turismo da 160 CV - ma c’è pure la “Competizione” da 180 CV -, costa 24.850 euro ed è un po’ la versione intermedia in gamma, quanto a potenza e performance.

Day 1. L’abitacolo è chic: i sedili con poggiatesta integrato, rivestiti di pelle (in questo caso color cuoio), sono abbastanza contenitivi. Pelle che ritroviamo anche sulle razze del volante sportivo, appiattito nella parte inferiore. Sulla destra, in posizione rialzata, ecco la leva del cambio manuale, di alluminio. Apriamo un po’ il tetto, circa all’altezza degli appoggiatesta: così la guida è molto godibile pure in città e si può far conto su una maggior ventilazione, ma senza fastidi. Infatti, un piccolo frangivento anteriore fa sì che i vortici non rientrino, o quasi, nell’abitacolo, e si possa tenere aperto il tetto anche sui 110-120; certo, a quell’andatura, il rumore cresce molto e per ascoltare la radio bisogna alzare un bel po' il volume. Se non si vuole passeggiare “open air”, c’è comunque parecchio da fare. Per esempio, gustarsi l’agilità della 595 nel traffico o la grinta dell’1.4 sovralimentato: un motore abbastanza regolare ai bassi e con solo un po’ di ritardo nella risposta sotto i 1.800 giri. Premiamo il pulsante Sport sulla console, si accende la scritta sul manometro del turbo alla nostra sinistra e da lì inizia il bello. Ora l’erogazione del motore è ben più pronta e il volante diventa pesante, non certo col metro di giudizio dell’abarthista. Il cambio manuale è abbastanza rapido e corto e supporta bene la guida sportiva, anche con una frizione corposa. L’assetto è molto rigido, come ci si attende, e in questo la città non perdona, disseminata, com’è, di ostacoli. Il tutto diventa però un plus quando si vanno a cercare le prestazioni. Si può andare veramente forte e lo spunto da fermo è tale per cui di rivali vere ne restano poche. Certo, per esprimersi al meglio, la 595 ha bisogno dell’asfalto liscio. Vivacità che non si esaurisce presto e si può apprezzare anche in quinta, tutto giù, quando i ritmi diventano extra Codice. Tornando all’andatura giusta, sui 130 (a 3.200 giri) si può fare strada in modo abbastanza confortevole. Andrea Stassano, redazione Prove su Strada 

Day 2. Non passa inosservata, l’Abarth 595 C Turismo. Si capisce subito che non è la solita 500 e la livrea bicolore azzurro/grigio e i cerchi "esseesse" bianchi (a richiesta) acchiappano gli sguardi. E anche l’abitacolo, coi sedili sportivi di pelle color cuoio, ha un bell’impatto e c’è pure la capote che lo scopre interamente, come sulla prima 500 del 1957. Il principio è lo stesso, ma la realizzazione è quanto di più diverso si possa immaginare: sulla progenitrice era una copertura essenziale da arrotolare a mano, qui è multistrato e si aziona con un pulsante. Ma su un’Abarth ciò che più conta è quel che c’è nel cofano, che nella fattispecie è la versione da 160 cavalli del Fire 1.400 turbo, abbinato al cinque marce manuale. Insomma, la classica 500 vitaminizzata, ma senza esagerare: a tutto vantaggio della godibilità nella guida di tutti i giorni. La 595, infatti, è docile e relativamente confortevole, ma tira fuori un bel caratterino quando si decide di alzare il ritmo. Lo capisco premendo il tasto Sport: nel quadro strumenti Tft l’econometro viene sostituito dall’indicatore del carico motore, che va da 0 (acceleratore rilasciato) al 100% (tutto gas), come a ribadire che in questo caso non ci si deve preoccupare dei consumi, la risposta del pedale si fa più pronta e lo sterzo diventa più pesante. La coppia e i cavalli non mancano, la 595C sta in strada con una certa autorevolezza e senza mai mettere in imbarazzo: il comportamento è intuitivo e le traiettorie ben gestibili dallo sterzo e dall’acceleratore. In pista si potrebbe osare di più, anche se per questo l’Abarth mette a disposizione altre versioni, ancora più attrezzate per districarsi tra i cordoli. La Turismo è più adatta al divertimento sul misto, senza esagerare, anche perché il cambio manuale è sì adatto alla guida sportiva, ma non gradisce i maltrattamenti. Comunque, complice il fatto che l’econometro non è in vista (ma il valore del consumo medio è comunque sempre disponibile) questa volta il mio piede destro è più pesante del solito... Roberto Boni, redazione tecnica

Day 3. Mi sono messo al volante di questa 595 C Turismo con lo stesso spirito di chi prende i comandi di una playstation: per giocare un po’. Appena ci si accomoda su questa Abarth, però, ci si accorge subito che non è come stare seduti in poltrona con la console in mano. Si guida davvero. Lì davanti non c’è nulla di virtuale, ma una strada reale e quando si dà gas si sente, eccome  se si sente,  la spinta del 1.400 turbo che, complice la ben studiata rombosità sportiva, dà proprio l’impressione di andare forte, di poter mettere sull’asfalto tutti i 160 cavalli a disposizione. La direzionalità in forte accelerazione ne risente un po’, soprattutto dove l’asfalto non è perfetto: con tutto giù bisogna tener ben stretto il volante e correggere la traiettoria appena si avverte qualche sbavatura. La precisione e il buon carico dello sterzo danno un mano, così come il telaio, molto sincero. Fin troppo sincero, visto che le ruote trasmettono ogni piccola sollecitazione, con le sospensioni che filtrano il minimo indispensabile, per non rinunciare al piacere di virare piatti e veloci come su un kart. Anche se guidare un kart, ne siamo consapevoli, richiede ben altro impegno e fatica. I bei sedili avvolgenti, per altro, compensano la scarsa efficacia delle sospensioni. E, comunque, non è certo il confort la prima cosa che si pretende al volante di questa 500 con lo Scorpione sul musetto. Tutto sommato, basta la sensazione di avere in mano un bel oggetto, a suo agio tra i cordoli di una pista, ma anche su una strada di campagna ad andatura da passeggio, con la capote ripiegata. Marco Ghezzi, redazione Prove su strada

Day 4. Pur non avendone mai possedute, sono da sempre un fan del marchio dello Scorpione. Ciononostante, a livello estetico questa 595 C Turismo bicolore azzurro-grigio, coi cerchi multirazza bianchi attraverso i quali s'intravedono le pinze rosse dei freni, non corrisponde esattamente al mio ideale. Le cose migliorano un po' nell'abitacolo, dove tutti i dettagli (dalla pedaliera sportiva all'impugnatura di pelle del freno a mano) sono curati al massimo per rendere chic, oltre che sportiveggiante, il classico abitacolo della Fiat 500. È vero che questa è la versione intermedia, e che per chi ama la pista c'è la Competizione, ma nell'insieme mi sembra tutto un po' troppo "soft" per un'Abarth. Appena metto in moto, comunque, il corposo borbottio in sottofondo del 1.4 turbo inizia a dissipare le mie perplessità. E così, dopo qualche chilometro di assestamento, senza indugio premo il tasto Sport posto in cima alla console centrale. Immediatamente si precepisce un aumento del carico sullo sterzo e, iniziando a darci dentro col gas, si nota come aumenti il range della coppia, con risposte pronte più pronte fin dai bassi regimi e un allungo entusiasmante. C'è da divertirsi al volante di questa 595, la cui frenata è sempre ben modulabile grazie all'impianto Brembo. Peccato solo che passo corto, baricentro alto e assetto sportivo provochino qualche reazione di troppo sul volante nelle decelerazioni più decise. A proposito di assetto: come già notato dai colleghi, se da un lato aumenta la tenuta quando si alza il ritmo, dall'altro non è proprio il massimo quando s'incontrano buche, tombini, sconnessioni e dossi rallentatori tipici di un percorso cittadino. I sedili di pelle, poi, sono morbidi e avvolgenti, ma per chi, come me, è sopra il metro e 80, il profilo dello schienale non è molto ergonomico: non si viaggia scomodi, per carità, ma non ci si sente neanche completamente a proprio agio. Alla fine del mio giro il bilancio è comunque positivo, anche se, estetica a parte, non la comprerei mai per andare a fare una gita al lago con la capote abbassata... Alessandro Carcano, redazione Internet

Day 5. Rispetto al collega che mi ha preceduto alla guida, io questa 595 Cabrio azzurra e grigia la comprerei subito. Certo è appariscente ma è comunque un’Abarth, non dimentichiamolo, un’auto le cui progenitrici giravano in pista con il tetto verniciato a scacchi e uno scarico  grande quasi come tutto il posteriore. Quindi, lo ripeto, io la trovo bella e non priva di una propria eleganza che potrei definire, per così dire, corsaiola. In ogni caso è fatta bene questa 595, costruita con cura e con materiali di buona qualità. La capote, poi, è spettacolare. Il telo, a doppio strato, scorre fino ai posti posteriori, insistendo ancora si ripiega anche il lunotto e la 595 rimane completamente aperta come avveniva sulle prime serie degli anni '50. Là lo si arrotolava a mano, qui è tutto elettrico e, devo dire, molto pratico. L’unico problema, se mai, è il rumore che, nonostante il piccolo frangivento anteriore, oltre i 120 km/h diventa parecchio fastidioso. La cosa che invece non mi piace davvero è la posizione di guida. Il sedile ha poche regolazioni e il volante è troppo inclinato. Piccole defaillances sulla normale 500, che qui diventano più importanti ed evidenti non appena ci si mette a guidare davvero. In pratica se ci si aggiusta con le gambe si rimane troppo lontani con il volante e viceversa. Ciò non toglie che questa 595 sia un’auto molto piacevole da guidare. Divertente, anzi, direi che è la parola più appropriata. Quando si va piano, con la capote aperta, si gusta il rombo cattivo del 4 cilindri con il turbo che soffia ad ogni cambiata. Quando si va forte, e attenzione perché la “piccolina” va veramente forte, si devono fare i conti con reazioni rapide e decise, a volte addirittura violente, da vera sportiva, che esigono una mano preparata, ferma e altrettanto decisa. Un gran bel giocattolo, non c’è che dire. Marco Perucca Orfei, Centro Prove

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