Recensione ADO A20: bici elettrica pieghevole, potente e per tutte le strade - GizChina.it

2022-10-09 12:29:52 By : Ms. Sunnie Huang

Ok, ha un motore da 250w (che è limitato, e si può sbloccare per far si che lavori a 350w), riesce a raggiungere i 25 Km/h (che si possono sbloccare per permetterle di arrivare a 35 Km/h), ha un ammortizzatore anteriore ed uno integrato nel sellino, un’ottima batteria e persino una presa USB per ricaricare lo smartphone. Ma la caratteristica più importante della nuova ADO A20 non fa parte di nessuna di quelle che ho appena elencato.

Perché uno dei problemi, o meglio, delle preoccupazioni più grandi quando si acquista una bicicletta elettrica pieghevole cinese riguarda tutta un’altra cosa: la garanzia. Ebbene, con la nuova A20 quelli di ADO hanno (finalmente) deciso di sfatare questo mito: la ADO A20 è una delle pochissime della sua categoria, ad essere accompagnata da una garanzia fino a 10 anni per la struttura ed 1 anno per le componenti elettriche della bici, che potrà essere eseguita da centri di assistenza localizzata ed un servizio post-vendita centralizzato in Europa. Non male, vero?

Ma, garanzia a parte, una cosa devo dirvela: la ADO A20 è una delle bici elettriche pieghevoli con la quale mi sono più divertito e, probabilmente, è l’unica che è riuscita a togliermi dalla testa il tarlo di muovermi sempre in auto o in vespa, e spostarmi verso una mobilità più green e decisamente più comoda per la città. Insomma, mi è piaciuta? Non è perfetta, anzi, qualche problemino ce l’ha ma sì, mi è piaciuta molto.

Una delle pecche più grandi della ADO A20 non sta nel fatto che la bici arriva con sellino, manubrio e pedali da montare, quello è piuttosto normale. La particolarità che più mi ha infastidito in fase di montaggio della bici, sta nel fatto che arriva con le ruote totalmente sgonfie. Certo, in confezione esce un piccolo gonfiatore, ma “cheap” quasi quanto il supporto per smartphone (anch’esso incluso in confezione e del quale vi parlerò a breve) che rende impossibile una gonfiatura comoda. Tra l’altro, la camera d’aria utilizzata per le ruote, in fase di gonfiaggio tende a far spostare lo pneumatico, rendendo tutta la fase ancora più scomoda.

Poco male però, con un po’ di pazienza si riesce a risolvere il problema, e dopo qualche minuto la ADO A20 è pronta per essere utilizzata.

Se avete apprezzato il design della Fiido D4s, probabilmente apprezzerete quello della ADO A20. Il concetto di costruzione del telaio è molto simile, con la differenza che quelli di ADO hanno ben pensato di optare per delle rifiniture più precise. Le dimensioni non sono super ridotte, il ché non influenza la comodità nel riporla nel portabagagli della propria auto, a patto però che si abbia abbastanza forza da riuscire ad alzare i 28 Kg di peso, con pacco batteria installato.

Sono presenti due parafango, uno anteriore ed uno posteriore, e (per grazia divina) è presente anche la maniglia nella canna centrale, che ne permette il trasporto con molta più comodità: era una delle mancanze più fastidiose della Fiido D4s che, nella ADO A20, è stata posizionata con precisione chirurgica ed in perfetta asse con il baricentro. In soldoni, trasportare la bici è comodissimo, nonostante il suo peso non proprio ridotto.

Il pacco batteria è estraibile ed è stato posizionato nella canna centrale e per estrarlo è necessario girare le chiavi in senso opposto a quello di accensione del sistema: è un’ottima soluzione che non solo semplifica la ricarica della batteria (che è quindi possibile anche in via del tutto autonoma dalla bicicletta), ma ne migliora anche la sicurezza.

Anteriormente sono presenti due forcelle regolate sulla giusta rigidità, mentre un altro piccolo “ammortizzatore” (passatemi il termine) è stato posizionato nel sellino: l’effetto è un po’ quello che provano i camionisti quando guidano i camion con i sedili ammortizzati, ma vi assicuro che in città è una manna dal cielo.

Sul manubrio, poi, oltre al computer di bordo che potrebbe non sembrare bellissimo ma è uno dei più completi che mo mai visto su un prodotto di questa categoria, sono presenti anche i tasti per il clacson e le luci notturne (che, diciamolo, sono realizzati con una plastica a dir poco leggera), un acceleratore che è nascosto nella manopola destra, ed un piccolo box nel quale è stata integrata una porta USB: con questo dispositivo sarà possibile ricaricare il proprio smartphone in movimento, sfruttando la batteria della bicicletta.

Ed è un’ottima cosa, soprattutto considerando che la ADO A20 viene fornita anche di un supporto per smartphone. Il problema è che si tratta di un supporto estremamente economico e di pessima qualità che, vi dirò di più, mi è arrivato già lesionato e non ho mai potuto utilizzare. Ma, hey, voi potete stare tranquilli, sarà sicuramente la mia solita sfiga.

Le ruote da 20×1.95” sono della giusta grandezza per garantire una grande comodità anche in città come Avellino, e cioè in comuni in cui la manutenzione stradale non viene neppure considerata dall’amministrazione, e con strade ricche di un ecosistema di fossi e buche di tutti i tipi: ce ne sono di tutte le razze e tipologie ed è una cosa fastidiosissima, che però mi ha aiutato molto nel trovare un problema piuttosto fastidioso nella ADO A20.

Le strade poco regolari di Avellino, hanno evidenziato ancora di più la generale rumorosità delle plastiche della bicicletta: i parafango, ad esempio, con fondi stradali non uniformi tendono a vibrare molto e ad urtare (raramente, va detto) la ruota, ma il rumore ancora più forte arriva dal pacco batteria che, nella canna centrale, balla davvero tantissimo. 

Nulla di irrisolvibile, sia chiaro, però è una cosa che va detta perché si tratta di un particolare molto importante da considerare prima di un eventuale acquisto.

Out of the box la ADO A20 arriva con un motore brushless limitato a 250w ed in grado di garantire una velocità massima di 25 Km/h. Numeri in regola con le vigenti normative, che è però possibile sbloccare portando la potenza del motore a 350w e la velocità massima a 35 Km/h.

L'acceleratore inoltre, per impostazioni di fabbrica non fa partire immediatamente la bicicletta: proprio come accade nei monopattini elettrici, per avere la spinta del motore è necessario comunque muoversi per poi accelerare. Ma sì, anche questa è un'impostazione che si può modificare tramite il ricco computer di bordo.

E ve lo dico subito, nonostante la batteria sia da 10.4 Ah e 36V, il motore da 380 giri al minuto garantisce alla ADO A20 un'ottima spinta, anche in salita, e la possibilità di supportare un peso massimo che arriva fino a 120 Kg. E non è male, considerando il peso della sua struttura.

Molto preciso anche il cambio Shimano a 7 rapporti, che garantisce un andamento decisamente comodo anche qualora si disattivi la pedalata elettrica: la ADO A20 è una delle pochissime bici elettriche con la quale ho girato con il motore totalmente spento e semplicemente affidandomi alle mie gambe. E, credetemi, questo è un record.

Per quel che mi è parso di capire, perché nelle specifiche tecniche non è scritto, la ADO A20 non dispone di un sensore di coppia, ma una novità piuttosto importante c'è: si chiama ADO G-DRIVE ed è un sistema di pedalata smart che è in grado di riconoscere i vari scenari di mobilità ed adattare l'erogazione dell'energia. Certo, non cambia la vita di chi utilizza la bicicletta, ma la sua presenza si sente e rende il tutto più comodo.

Le modalità di funzionamento continuano ad essere tre e vengono gestite dal computer di bordo che (tra l'altro) è ricchissimo di informazioni, ma con un'altra novità: nella modalità 1, il motore rimarrà totalmente spento e qualora lo si volesse utilizzare si dovrebbe scegliere una delle modalità successive.

A conti fatti, guidare la ADO A20 è davvero uno spasso. È ben bilanciata, ha un motore potente il giusto, i sistemi di assorbimento delle vibrazioni fanno bene il loro lavoro e l'ergonomia del telaio e della sella sono comodissimi.

Insomma, è una bicicletta elettrica davvero rilassante che, qualora si volesse, potrebbe regalare anche attimi di divertimento. Ok, le ruote non sono di tipo fat, ma assorbono benissimo gli urti, rendendo la guida della bicicletta molto piacevole. Peccato solo per la rumorosità generale della struttura e dei componenti.

Buoni i due freni a disco, anche se ho notato che tendono a flettere leggermente quando si frena con molta forza, ma che riescono a garantire comunque una frenata ben bilanciata e decisa quanto serve.

Insomma, tutto sommato l'esperienza di guida con la ADO A20 è piacevole sotto ogni aspetto, il posizionamento e l'altezza della canna rendono agevoli anche la salita e la discesa dalla sella, e le ruote più grandi rendono la bici elettrica ancora più agevole per la città.

La batteria della ADO A20 è da 10.4 Ah e 36V, ed è in grado di garantire un'autonomia di poco inferiore agli 80 Km con la minima pedalata assistita. Ottime anche le performance qualora si volesse andare solo in full electric (cosa che, ricordiamolo, in Italia è assolutamente vietata): nei miei test sono riuscito a superare di poco i 40 Km di autonomia, un traguardo niente male, soprattutto considerando i tantissimi saliscendi presenti ad Avellino.

La ricarica però, continua ad essere piuttosto lenta: con il caricabatterie da 84W che esce in confezione, saranno necessarie circa 6 ore per passare dallo 0% al 100%.

Il prezzo della ADO A20 è di 769,99 dollari, ma tramite il coupon che trovate nel box in basso potrete portarvela a casa in sconto, spendendo 617,30 euro. Ed è una cifra più che buona per una bicicletta che ha tutto quello di cui si potrebbe aver bisogno per i propri spostamenti.

È ottima per la città, ma adatta anche ad altri fondi stradali, ha una buona autonomia, è molto comoda, gestisce bene gli urti e le vibrazioni ed ha un motore potente al punto giusto. E poi ricarica anche lo smartphone.

Peccato per la rumorosità generale, un problema che si può risolvere ma che è comunque fastidioso, e per la scarsa qualità di alcune delle componenti plastiche, come i tasti per il clacson, la luce anteriore ed il supporto per smartphone: l'idea di integrarlo in confezione è ottima ma, cavoli, bastava scegliere un modello realizzato leggermente meglio.

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