Massey Ferguson 65; trattore con tecnica e stile

2022-10-12 19:20:11 By : Ms. Yawei Yang

Il Massey Ferguson 65 aveva molte frecce al suo arco: un motore molto affidabile, il sollevatore Ferguson System, PTO a due velocità, freni a disco e l’innovativo cambio Multi-Power.

Fu apprezzato dagli agricoltori di mezzo mondo e con terminologia contemporanea potremmo definirlo un Global Tractor: venne costruito negli stabilimenti Massey Ferguson in America del Nord ed in Europa, era destinato ad un impiego polivalente, aveva una vasta gamma di accessori per adattarsi a qualsiasi tipo di coltura.

Fu l’unico vero competitore del Fordson Major, compito non certo facile considerato l’enorme successo commerciale di quest’ultimo.

Erede del leggendario Massey Ferguson 35, da cui riceveva l’impostazione generale del carro, il Massey Ferguson 65 si affacciò ai mercati internazionali nel 1957. Negli stabilimenti di Coventry, in Inghilterra, venne prodotto con una motorizzazione Diesel mentre a Detroit, negli Stati Uniti, fu dotato di un motore a benzina.

Più precisamente: per la motorizzazione Diesel, Harry Ferguson inizialmente scelse il Perkins 4A-203 ad iniezione indiretta, raffreddato a liquido, 4 cilindri, 4192 cm³ capace di sviluppare una potenza di 50,5 HP. Da qui ebbe inizio una lunga collaborazione tra Massey Ferguson e Perkins, destinata a durare più di 40 anni, rappresentando uno dei binomi più forti nella storia della meccanizzazione agricola. Per la versione americana del MF 65, Harry Ferguson optò per un motore Continental a benzina di 2900 cm³ raffreddato a liquido, 4 cilindri con una potenza di 50,5 HP.

Il Massey Ferguson 65 vantava un impianto idraulico molto efficiente con un sollevatore capace di controllare gli attrezzi in modo molto efficace. Si trattava, infatti, di un ulteriore sviluppo del Ferguson System: il sollevatore idraulico con controllo automatico che ha reso leggendario Harry Ferguson.

Come se non bastasse già solo questo elemento, il Massey Ferguson 65 presentava altre sostanziali novità: la PTO dotata di frizione indipendente con due velocità, 540 giri/minuto e proporzionale all’avanzamento. Si poteva azionare comodamente spostando una leva collocata a lato del tunnel della trasmissione. Così come era possibile azionare comodamente anche il bloccaggio del differenziale premendo un pedale alla destra del conducente.

Un grande sforzo era stato fatto non solo nella ricerca di nuove tecnologie ma anche nello studio di una razionale disposizione dei comandi e di un loro agevole azionamento. In tal senso il Massey Ferguson 65 vanta anche soluzioni, come lo sterzo assistito idraulicamente, i pedali della frizione e dei freni di docile azionamento, che riducono notevolmente la fatica dell’operatore. Anche la disposizione dei manometri sul cruscotto richiama ad una più moderna concezione, consentendo all’operatore di avere sempre sotto controllo i parametri più importanti del funzionamento del trattore.

La sicurezza del mezzo e dell’operatore diviene di primaria importanza, non a caso il Massey Ferguson 65 ha i freni a disco. Proseguendo nell’opera di miglioramento Harry Ferguson adottò il motore Perkins Diesel A4.192 ad iniezione diretta, raffreddato a liquido, pompa d’iniezione rotativa CAV, 4 cilindri, 4270 cm³ con un sensibile incremento della potenza: 56,8 HP.

La trasmissione inizialmente aveva 6 rapporti nell’avanzamento e due retromarce, inseribili tramite due leve di differente lunghezza che fuoriescono dal tunnel, quasi alla base del piantone dello sterzo, in modo da lasciare più spazio all’operatore.

Per quanto concerne la trasmissione, il Massey Ferguson 65 presentò una grande novità: nel 1962 venne adottata per la prima volta la trasmissione Multi-Power che consentiva di ridurre la velocità del 30% senza bisogno di scalare una marcia per poter superare i punti difficili. In tal modo il numero dei rapporti raddoppiava: 12 marce in avanti e 4 retromarce, semplicemente spostando un piccolo comando agente su una coppia di ingranaggi della trasmissione.

Fu il primo trattore a presentare un sistema “shift on the move”. Molto curato anche nell’aspetto, con il suo cofano rosso fiammante e la mascherina anteriore grigio chiaro si distingueva in ogni ambito.

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