Tubolari sotto pressione? Meglio di no! - Il Gommone

2022-10-09 15:07:54 By : Mr. Mike Lin

Quello dei tubolari sgonfi o troppo gonfi è un infinito problema che sino ad oggi è sembrato di difficile risoluzione. Per alcuni è una vera ossessione avere il tubolare gonfio esattamente a 0,2 bar, non un centesimo di più e non uno di meno; armati di un manometro di precisione, verificano la pressione più volte al giorno, pronti ad intervenire per riportarla al valore ottimale.

Spesso la colpa viene addebitata alla scarsa qualità delle valvole e dei tessuti, senza considerare che il loro deterioramento, probabilmente, è stato causato da un errato gonfiaggio. Purtroppo la pressione dei tubolari dipende anche della temperatura dell’aria al loro interno. Se li portiamo alla corretta pressione nelle prime ore del mattino, a mezzogiorno sembrerà che debbano esplodere, ma se li sgonfiamo un po’, alla sera, quando il sole calerà, li ritroveremo nuovamente afflosciati.

A causa di queste continue variazioni di pressione il tessuto subisce un intenso ciclo alternato di dilatazioni e contrazioni. Ciò non avviene solo quando adoperiamo il gommone, ma tutti i giorni, semplicemente a causa delle continue oscillazioni della temperatura dell’aria.

Queste sollecitazioni producono un affaticamento del tessuto elastico che tende a perdere progressivamente le proprie qualità. Come se non bastasse, molti elementi contenuti nell’aria, come l’ossigeno e il vapore acqueo, con l’andare del tempo, attaccano chimicamente le camere d’aria, alterandone lo stato.

Quando gonfiamo i tubolari con una pompa elettrica o manuale, immettiamo al loro interno aria e vapore acqueo. La quantità di vapore acqueo sarà tanto maggiore quanto più alta sarà l’umidità relativa dell’aria.

La mattina, in riva al mare o sulle sponde del lago, i tassi di umidità sono solitamente piuttosto elevati e ogni volta è come se riversassimo un po’ d’acqua nei tubolari. Inoltre, mentre l’aria prima o poi tenderà a fuoriuscire, l’acqua continuerà, invece, ad accumularsi. Infatti, il tessuto dei tubolari è molto più permeabile per le molecole d’aria piuttosto che per quelle d’acqua che vengono quindi trattenute più facilmente all’interno delle camere d’aria.

Se gonfiamo i tubolari con un compressore rischiamo di introdurre, oltre alla miscela gassosa, anche piccole quantità di olio lubrificante disperso nel circuito ad alta pressione. L’olio è ancora più dannoso per i tessuti gommati ed è praticamente impossibile riuscire a rimuoverlo dal tubolare, perché si fissa chimicamente.

Un altro nemico dei tubolari è il sale. Se gonfiamo il gommone in riva al mare, corriamo il rischio di immettere una notevole quantità di sale all’interno delle camere d’aria. Il cloruro di sodio, oltre a provocare un ulteriore invecchiamento dei tessuti, spesso è il responsabile del malfunzionamento delle valvole. Esso attacca chimicamente i componenti meccanici della valvola provocando difetti di tenuta, spesso dovuti a vere e proprie incrostazioni di salsedine.

Il vapore acqueo contenuto nella camera d’aria è indirettamente il principale responsabile della maggior parte dei problemi d’incollaggio, ma il fenomeno non è immediatamente evidente e si manifesta chiaramente solo con il passare del tempo.

Vi sarete sicuramente accorti di cosa succede in estate quando gonfiate il gommone a terra e poi lo varate; anche se i tubolari erano stati portati in pressione, non appena toccano l’acqua, diventano improvvisamente più flosci.

La temperatura dell’acqua, solitamente più bassa di qualche grado, provoca un raffreddamento dell’aria all’interno del tubolare e, quindi, un conseguente calo della pressione. Come se ciò non bastasse, quando il sole scalda le camere d’aria, il fenomeno si ripropone al contrario; l’aumento della temperatura provoca un’agitazione molecolare che comporta una dilatazione delle particelle di vapore acqueo e quindi un aumento della pressione nei tubolari. Maggiore è il contenuto di vapore acqueo, più alta è la variazione di pressione in funzione della temperatura.

Avere i tubolari gonfi al punto giusto non è un’inutile pignoleria, ma un’importante regola da osservare per evitare danni.

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